Comunità Ebraica di Casale Monferrato

 

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 Prefazione

dettata in ebraico

dall'Ecc.mo Rabbino

Isac Jona Ghiron

Sedente come Rabbino Maggiore

dell'Università Israelitica di Casale

E

di quelle del Monferrato

tradotta in italiano.

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Da epoca lontanissima non ben definita le prime famiglie di Fede Mosaica in questa Casale stanziatesi - dopo di forse secolari graduali relazioni e vicendevol riconoscimento d'esser tutti com'uno "miserà bet Israel 'ovdé haShem Ehad" tutti discendenti d'Israele - adoratori dell'Uno Iddio - costituitisi animosamente in Sodalizio Religioso - avvisaron in progresso e ne' tempi d'aver chiara, precisa conoscenza della quantità de' nati e de' morti di lor Comunion Religiosa.

Circa a' primordi della regolare registrazione delle nascite e decessi di quest'illustre Università di Casale restan solo in Archivio le seguenti memorie cioè:

Che posto in fatto dalla Congregazione Israelitica del decorso secolo, ch'è a dire del 1740, il sovr'accennato divisamente di registrare i nati e decessi della Comunion Religiosa statuirono che in appresso:

Di nominare una Commissione col titolo di "havoràt bet 'almìn" ch'aveva per compito:

a) Di sopravvegliare al decoro interno e alla manutenzione esterna del cimitero

b) D'imporre rigorosissimo ordine - senza nessun riguardo - circa a' posti d'assegnarsi ai tumuli d'ognun de' correligionari decessi.

c) Di aprire un Registro nel quale fossero iscritti i nati e i morti del Religioso Sodalizio.

Accadde che 39 anni dopo - nel 1779 - insorsero questioni tra i membri addetti alla sorveglianza e ordine del Cimitero, e altri che facevan parte della Comunion Religiosa precisamente sul proposito dell'ordine e della destinazione a darsi a' tumuli de' religionari decessi; e non rifinivan mai l'uno e l'altro partito - avvenendo occasioni - di porre in campo codeste differenze di vedute, ciascuna delle due parti volendo la ragione a sé, e per sé; si che dopo di lunghi interminabili dibattiti, la Commissione di Sorveglianza chiese sue dimissioni da tale carica, dichiarando d'essere pronta alla consegna e rimessione dei Registri di Contabilità e di tutto che l'obbligo alla "havoràt ghemilùt hassadìm" Opera Pia di Beneficenza; con che però quest'ultima assumesse sopra di sè le funzioni tutte dall'istessa Commissione sin allora praticate.

Il che essendosi accettato, si fè risultare di ogni cosa da Atto Pubblico nei Rogiti del Notaio Minotti in data 7 novembre 1790.

Decedeva nel 1793 l'Uffiziale di Stato Civile di nomina dell'Opera Pia di Beneficienza, e vogliasi per apatia, indolenza, o ch'altro, fatto stà ed è, che la Registrazione delle nascite e decessi ebbe a riuscire scorretta, e in più parti manchevole, sin che nel 1800 ebbi io sottoscritto l'incarico di attendere all'Ufficio di Stato Civile, e d'allora in poi non più uno di nati e deceduti in questa Comunion Religiosa ommisi di registrare.

Ma ch'ebbi io mai !!... E che restavami di fare se l'Eterno Iddio che ha sede ne' cieli '- ne' reconditi suoi divisamenti- non permise che m'avessi propizia la sorte... e la mano sua, ahi misero ! premette sdegnosa sopra di me !

Che nell'anno 5585 Era della Creazione alli 25 del mese di Teved nella notte del Sabato Vaerà (presumibilmente nel Gennaio del 1825) penetraron ladri nella mia casa, e dopo d'aver rubato i denari miei e quelli di mio figlio Moise Salvador con iscasso di forziere cassettoni e armadi, ov'eran argenterie e oggetti d'oro d'uso donnesco tutto, tutto mi fu derubato!

E a peggior disgrazia m'accadde ancor questo; che trattisi codesti ribaldi per insin nella stanza di mio studio e in altra attigua dov'io faceva scuola, e posti sossopra per terra lungo le due camere tutti libri e tutte mie carte, -per darsi più prontamente alla fuga- codesti forsennati malviventi abbandonaron per terra un lume acceso.

Tanto fece che, non si sa come - è più ch'altro a supporre - che nella fretta il lume sia stato gettato in terra capovolto; donde spaventevole incendio tale, che non pur un oggetto solo potè salvarsi: E i miei poveri manoscritti e i miei libri e persin le tavole, panche sedie tutto, tutto fu dalle fiamme divorato.

Malgrado questo io mi dissi con Giobbe " Dio ha dato e Dio ha tolto. Sia il nome suo benedetto ".

Ma l'animo mio rifuggiva da conforti, ripensando che non più mai m'avrei avuto e lo Stato Civile di questa Comunion Religiosa, e i manoscritti miei e pochi libri d'Illustri Scrittori d'Israele, de'quali io vedevo non pur difficile, ma impossibile la ricompera; come libri oggidì oltremodo rari per loro altissimo pregio e valore, libri e carte ch'io m'avea come tesori !

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In tanta tristezza mi risovvenne alla mente che nel 1802, quando tutte le provincie del Piemonte e queste del Monferrato furon aggregate alla Repubblica di Francia e sottoposte a tale regime, questo Municipio di Casale (allora Mairie) ordinò di trasmettergli in lingua Francese copia di tutto quanto era in rapporto con questa Università Israelitica, tra cui eravi pure coatta e fedele copia di Stato Civile delle Nascite e Decessi degl'Israeliti di questa Città, il cui originale erasi purtroppo a sempre perduto, allora dell'incendio avvenuto lungo tempo dopo in mia casa nel 1825, come più sopra ebbi a riferire.

E' noto che nel 1814 il nostro Signore Re di Sardegna fu reso a' suoi integrali dominii, tra quali il Monferrato e questa Casale, e fu ventura che questa Civica Amministrazione proseguì, non ostante il ritorno all'antico regime, d'inscrivere precisamente nella medesima copia scritta in lingua francese di nostra rimessione tutt'i nostri nati e tutt'i nostri morti in questa Città sino a questi giorni.

 

Allora io benedissi Iddio che vennemi luce all'intelletto, e ispirazione a riacquisto di prezioso utilissimo oggetto ch'era d'aversi a sempre perduto.

Avendo quindi avuto a mie mani per opera benemerita di questo Consiglio d'Amministrazione l'enunciato unico, vecchio Stato Civile Israelitico, io volsi animoso ogni mia cura a rendere in sacra favella " lesòn aqòdesh " tutto quanto ivi stava scritto in lingua francese; avvisando eziandio di dare al presente libro che ho l'onore di presentare, novissima forma, molto più adatta al suo scopo che non lo eran i libri d'origine, come ben può vedere il cortese Lettore.

Ed essendo vero, mi dissi, che da cosa nasce cosa, presi ardire di far note le disgrazie da me sofferte: di che mi si vorrà perdonare.

Mi trovo oggidì nella grave età di 77 anni; mi si offusca terribilmente la vista " weòr 'enài gam em en itì " e la luce degli occhi miei -dessa- (misero!) quasi non è più con me !

Pur non è che nulla habbi valso a smuovere l'animo mio da inprescrittibil proposito; a togliermi al perfetto compimento d'ogni mio dovere.

Posi ogni mia fidanza nella Pietà Divina che vennemi d'incoraggiamento, d'ajuto. Ordinai tutto quanto di questo mio lungo lavoro con quella chiarezza e precisione che in Memorie cosiffatte richiedonsi a sollievo, comune ad utile de' Correligionari miei, a sollievi ed utile de' loro figli ne' secoli.

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Sottoscritto in originale d'idioma ebraico Isac Jona Ghiron

Rabbino Maggiore dell'Università Israelitica di Casale e di quelle del Monferrato.

Questo giorno lunedì (2°) della Parashat Huqqàt dell'anno della Creazione 5586, ch'è a dirsi nel mese di giugno od al più ne' primi di luglio 1826 E.V.

Per la vita di quest'illustre israelita contemporaneo Rabbino Isac Jona Ghiron - chiaro e forbito scrittore di lettere ebraiche- vedasi necrologio tracciato in ebraica favella dallo stesso di lui figlio Moise Salvador (ch'ei pur vi morì due mesi circa dopo in giovin età).